MA COSA STATE MANGIANDO?

Tenetevela cara la vostra cucina italiana, e continuate a preparare piatti la sera per i vostri figli. Perché quella è vita, un’alimentazione sana, fatta di alimenti presenti in natura come carne, frutta e verdura, ma anche farina e pasta. È quasi un grido accorato quello lanciato da Chris van Tulleken, medico, virologo e divulgatore scientifico inglese, che lavora presso lo Hospital for Tropical Diseases di Londra, autore di un testo illuminante Cibi ultra-processati. Come riconoscere ed evitare gli insospettabili nemici della nostra salute appena uscito in Italia da Vallardi, già best seller internazionale. "Siamo entrati nell’era della nuova alimentazione e ingurgitiamo cibo industriale ultra processato che va sostituendo ingredienti tradizionali con prodotti più economici e additivi: stabilizzanti, emulsionanti, gomme, lecitina, glucosio, coloranti, addensanti, aromi e olii di diversa natura. Oggi ne mangiamo in quantità massicce" scrive van Tulleken che da tempo fa ricerca sugli gli effetti dei prodotti delle multinazionali sulla salute umana con speciale riguardo all’alimentazione infantile. Noi lo abbiamo incontrato a Milano spaventati dalla lettura del suo libro.

Ci spiega meglio cosa significa cibo ultra processato?

Attenzione non è un modo di dire e non è junk food, schifezze che mangiamo tutti i giorni. Gli alimenti ultra processati sono una definizione formale, una categoria scientifica utilizzata ormai in molte ricerche e citata anche dal sito di Food and Agricolture degli Stati Uniti. È stata definita da un gruppo di scienziati brasiliani (presso il Center for Epidemiological Research in Nutrition and Health dell'Università di San Paolo, ndr). In sintesi, prevede l'utilizzo di ingredienti che in genere non usiamo quando cuciniamo nelle nostre casa: stabilizzanti, emulsionanti, gomme, lecitina, glucosio, coloranti, addensanti, aromi e olii di diversa natura. Formulazioni di ingredienti, perlopiù ad esclusivo uso industriale, realizzate mediante una serie di processi molti dei quali richiedono attrezzature e tecnologie sofisticate. Sono presenti nei cibi comodi già pronti all’uso. Facili da comprare al supermercato, facili da mandar giù e decisamente poco costosi. Creano dipendenza il che significa che per alcune persone le abbuffate sono inevitabili.

Quanto cibo ultra processato mangiamo?Una media del 60% delle nostre calorie, un teenager anche l’80%. Nei Paesi industrializzati come il Regno Unito, ingeriamo 8 kg di additivi alimentari all’anno. Quando ho letto questa statistica, stentavo a crederci. In Italia le cose vanno meglio. I dati del 2013 dicevano che il 20% delle calorie arrivavano da questi alimenti, per i bambini anche il 25%. Ma in 10 anni questi numeri sono saliti. E il problema è che se gli adulti il tasso di obesità è relativamente basso, quello dei bambini è in crescita: i dati dicono che in Italia è intorno al 20% (tra sovrappeso e obesi, ndr). E il dato colloca il vostro Paese tra i peggiori d’Europa, peggio anche della Grecia.

Dunque, questi alimenti sono strettamente legati all’obesità?Sì. I dati parlano chiaro: l'obesità è in crescita dai Paesi Scandinavi al Sud d'Italia. Il problema è che sei sovrappeso a 10 anni lo sarai anche da adulto. È chiaro che se il tasso di obesità infantile è al 20%, salirà al 25 – 30 da adulti. Orami ci sono prove che dicono che l'aumento di peso infantile non è legato (solo) al poco sport, alle sedentarietà e ai video game ma a una dieta cattiva fatto soprattutto di cibo ad alto contenuto di zucchero, di sali, di grassi, di additivi.

Ci faccia qualche esempio che cita nel libro? I coco pops, sono un esempio del tutto. Sono stati tra i miei cereali preferiti e piacciono molto anche ai miei figli. Sulle scatole in Inghilterra ci sono una serie di rassicuranti informazioni nutrizionali: 50% della dose di vitamina D giornaliera consigliata, 30% di zucchero in meno... Nel Regno Unito, per indicare se un alimento è salutare, utilizziamo i colori dei semafori. Le informazioni nutrizionali dei Coco Pops mostrano due valori verdi (in relazione ai grassi e agli acidi grassi saturi) e due valori color ambra (per sale e zucchero). E la scimmietta disegnata sulla confezione, suggerisce che i cereali siano sicuri per i bambini. Eppure i Coco Pops rientrano a pieno titolo nella definizione di cibi ultra processati: sono uno spettacolare trionfo di ingegneria alimentare con riso, sciroppo di glucosio, zucchero, cacao magro in polvere, pasta di cacao, sale, estratto di malto d’orzo, aromi. Non c’è un singolo warning: è terribile. E i miei figli come molti altri bambini lo mangiano e non una tazzina, ma se glieli metto davanti, due, tre e anche quattro.

Poi c’è il problema del costo: lei cita l'esempio del pane in Inghilterra. Uno sfilatino di pane lievitato naturalmente costa in Inghilterra tra le 3 e le 5 sterline, il pane più economico è, invece, venduto nei supermercati a 36 pence.Esatto nel Regno Unito è difficile trovare pane vero e quando lo si trova è molto costoso. Il pane lievitato naturalmente dovrebbe avere come ingredienti solo acqua, sale, lievito naturale e farina. I prodotti venduti nei supermercati come naturali possono contenere fino a 15 ingredienti. E non è un problema solo del pane. Come ho scritto anche nel libro, la comodità, il prezzo e il modo in cui i cibi ultra processati (con una densità calorica molto elevata perché ricchi di grassi e zuccheri e poveri di fibre) vengono pubblicizzati, ci spingono a mangiare continuamente e senza pensarci, il che si traduce in: più spuntini, meno masticazione, consumo più rapido (e quindi eccessivo). Emulsionanti, conservanti, amidi modificati e altri additivi danneggiano il microbiota, favorendo la proliferazione dei batteri infiammatori e causando disturbi intestinali.

Ma, dunque, cosa possiamo mangiare?Non posso dire esattamente alla gente cosa deve mangiare. Perché non conosco il loro budget. So però che va creato un mercato di cibo accessibile e sano. E so che questo è possibile. Anzi dovrebbe essere la gente stessa a chiederlo. E nel frattempo i governi dovrebbero tassare quegli alimenti. Almeno i peggiori. E, vi coniglio, in Italia continuate a cucinare perché in Inghilterra abbiamo perso questa sana abitudine. Altrimenti il rischio è che anche qui da voi gradualmente senza che ve ne accorgiate quel cibo prenderà il sopravvento. I cibi ultra processati creano dipendenza: quindi l'unica soluzione è astenersi.

Cosa possiamo fare davanti a questi dati preoccupanti?Prima di tutto fermare l’influenza dell'industria alimentare sulle politiche governative: in Inghilterra il 40% delle organizzazioni non profit, charity e università sono finanziate da queste industrie che sono le stesse che producono tabacco: denaro sporco.

Secondo ci devono essere dei warning sulle scatole del cibo ultra processato simili a quelli che si trovano su quelle delle sigarette. Come hanno fatto in Cile, Argentina e Messico dove la situazione dell'obesità era esplosa: hanno reso obbligatorio mettere delle avvertenze di pericolo, due ottagoni neri sulle confezioni di questi alimenti. E sono stati obbligati a togliere le immagini dei cartoni animati. Sembra una piccola cosa, ma una volta che questi pacchetti hanno questi label non possono più certo scrivere, ad esempio, che fanno bene al cervello dei bambini. E non possono più finire nella mense scolastiche. Un piccolo passo, ma molto importante perché fatto in maniera indipendente da un'industria potente.

Secondo lei questo tipo di alimenti contribuisce al cambiamento climatico?Eccome. Questo sistema alimentare che rende tutto a buon mercato sta danneggiando l'ambiente. Queste aziende hanno messo in piedi un sistema di monoculture, perché usano solo mais, riso, grano, soia, palma, maiali, mucche e tantissime sostanze chimiche. Quindi abbattono foreste pluviali e riempiono il Pianeta di Co2. Tra 20 anni dovremo pagare un conto economico della salute molto salato.

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