I PAPà ITALIANI SONO I PIù ANZIANI D'EUROPA: TUTTA COLPA DEGLI SPERMATOZOI CHE INVECCHIANO

Avere 36 anni vuol dire essere ancora giovani per la società di oggi, ma non per diventare padri e a dirlo è proprio la scienza. Secondo i dati della Società Italiana di Andrologi (Sia), infatti, i papà italiani sono i più "vecchi" in tutta Europa, proprio perché fanno figli dopo i trent'anni e la causa non si riscontrerebbe soltanto nella ricerca di una buona posizione lavorativa, ma anche negli spermatozoi, che con l'avanzare dell'età tenderebbero a "invecchiare". Come ha spiegato Alessandro Palmieri, il presidente della Sia: «La fertilità diminuisce perché anche gli spermatozoi 'invecchiano' e bisogna insegnare alle giovani generazioni l'importanza di una fertilità sana al momento giusto che va preservata fin da giovani».

Alcuni numeri

Secondo l'Istat, in Francia si diventa papà intorno alla vigilia dei 34 anni, mentre in Germania, in Inghilterra e in Galles a 33. In Italia, invece, l'età media si aggira intorno ai 35 anni e sembrerebbe essere un fenomeno sempre più frequente rispetto al passato che riguarderebbe circa il 70% dei nuovi papà italiani. In questo modo significa che un uomo su 3 è ancora senza figli oltre i 36 anni d'età.

Gli alleati della fertilità

Proprio per tale ragione la Sia, in collaborazione con l'Istituto di Farmacologia clinica dell'Università degli studi di Catanzaro, sta lavorando per sviluppare un nuovo integratore con effetti positivi sulla salute maschile in generale, compresa la fertilità. «Lo scopo della medicina moderna non è solo quello di curare - ha dichiarato all'Adnkronos Tommaso Cai, il direttore dell'Unità operativa di urologia dell'ospedale di Trento e segretario della Sia - ma soprattutto di prevenire e da questo concetto nasce il composto chiamato Drolessano, un mix di 7 sostanze naturali, due delle quali hanno specifici effetti sulla fertilità maschile. Si tratta dell'escina estratta dai semi e dal guscio dell'ippocastano, un potente antiossidante utile nel preservare la fertilità, ma anche per prevenire i sintomi della prostatite cronica, patologia questa che anch'essa implicata nella riduzione della fertilità maschile».

L'altra sostanza alleata della fertilità maschile, conclude Cai: «è il licopene, un nutriente presente nei pomodori, che secondo uno studio dell'Università di Sheffield, pubblicato sull''European Journal of Nutrition', potrebbe aumentare la qualità dello sperma e contrastare l'infertilità maschile, proteggendo dagli effetti dannosi dei radicali liberi».

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