BALBUZIE: I RIMEDI PER MIGLIORARE

Ogni storia è diversa per luoghi, nomi, incontri, ma ogni storia si assomiglia per il senso di frustrazione che la percorre e gli episodi di bullismo che la segnano, soprattutto negli anni della scuola. I protagonisti sono coloro che soffrono di balbuzie, in Italia sono circa 900.000, gli uomini 4 volte il numero le donne. Laura Gulia, 47 anni, sismologa che lavora tra l’Università di Bologna e il Politecnico federale di Zurigo, autrice di tre romanzi, sposata e con un figlio, è stata una di queste.

"Ho iniziato a parlare a due anni e mezzo, balbettando da subito. Ero una bambina socievole e andavo bene a scuola per cui l’atteggiamento dei miei genitori è stato quello che tutto si sarebbe sistemato crescendo", ci ha scritto in una mail indirizzata a Elle in cui ci raccontava i suoi progressi in tempi recenti grazie a un nuovo metodo di cura, oltre alla soddisfazione di aprire il canale youtube Parole difficili (youtube.com/@parole_difficili/videos) in cui spiega e legge senza balbettare una poesia o un testo ad alta voce.

Un traguardo emozionante per Laura Gulia, tanto più se ripensa agli anni difficili delle scuole medie in cui le compagne le facevano il verso e lei a casa piangeva di nascosto. Ma poi ci sono gli aneddoti divertenti, per esempio quella volta che sua sorella aveva telefonato al professore dell’Università al posto suo, oppure quando Laura si innamorava e cercava di non farsi scoprire anche se poi, crescendo, ha capito che il suo difetto non era mai importato a nessuno.

Ma in cosa consiste l’incontro risolutivo di Laura Gulia accennato nella sua mail a Elle? È quello con il metodo MRM-S (Muscarà Rehabilitation Method for Stuttering), dimostrato scientificamente, che si articola in un percorso riabilitativo che prevede una prima fase intensiva e individuale di 5 giorni e una seconda fase in presenza e in parte online di circa 6 mesi. "Premetto che anch’io ero un bambino balbuziente al punto di perdere il controllo della muscolatura del viso; a scuola ridevano tutti di me. Ho però capito, crescendo, che i due approcci classici alla cura della balbuzie non erano efficaci: non bastava puntare tutto sull’aspetto psicologico, 'balbetti perché sei un tipo ansioso', quella è una conseguenza, né quello che lavora sulla tecnica che va ad agire in modo meccanico sull’emissione della voce", spiega Giovanni Muscarà, ideatore del metodo, laureato in Economia e finanza internazionale alla Cattolica di Milano, direttore dei Centri medici Vivavoce con sede in sei città d’Italia (vivavoceinstitute.com/).

"I pazienti lavorano con un team di specialisti, dal logopedista al neurologo, dal neuropsichiatra infantile allo psicoterapeuta in modo personalizzato, ma soprattutto utilizzano la tecnologia che abbiamo sviluppato che agisce sulla stimolazione plurisensoriale, indossano una serie di dispositivi che aiutano a intervenire proprio sulle reali cause a monte della balbuzie che aiutano a riprogrammare l’atto motorio sottostante la fonazione, non i suoi sintomi. Alla fine dell’anno scorso abbiamo presentato in Regione Lombardia il primo Osservatorio nazionale sul voice sharing per richiamare l’attenzione su questo problema, cercare attenzioni e risorse oggi ancora insufficienti", conclude Muscarà scusandosi di avere parlato molto velocemente ma, lo possiamo testimoniare, senza mai balbettare.

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